Close

Bigoressia. Quando il cibo diventa una fobia (parte seconda)

In uno dei nostri precedenti post vi abbiamo parlato del fenomeno delle” mode alimentari”, che si sta piano piano affacciando sulle “tavole” italiane e nel campo della psicologia.

Un’altra cattiva abitudine alimentare è la “Bigoressia”.

bigoressia

“Bigoressia” è un termine, coniato da alcuni medici, che trova la sua etimologia nell’inglese “big= grande” e nel latino “orex=appetito”, utilizzati quindi per indicare la “fame di grossezza”, ossia il desiderio di possedere un corpo più muscoloso e più “asciutto”. Si tratta di una vera e propria patologia che porta ad una insoddisfazione cronica per il proprio aspetto fisico e ad un ossessivo timore (se non addirittura”terrore”) di perdere il tono muscolare e il proprio stato di perfetta forma, magari raggiunto dopo anni di allenamenti, diete e sacrifici. Tutto ciò è accompagnato da comportamenti auto-punitivi, attraverso l’auto-costrizione ad allenamenti pesanti, spesso anche molto lunghi, che portano ad uno stato di sovra-allenamento con le dovute conseguenze psico-fisiche.

b16632

Le diete, inoltre, o i regimi drastici e rigidi, inevitabilmente, portano il più delle volte ad una forma di “isolamento sociale”. Tale problematica emerge durante le uscite in gruppo o in situazioni sociali. Il bigoressico, così, si ritrova puntualmente seduto a tavola, anche una volta al mese, terrorizzato dal dover ordinare una pizza o una birra per sentirsi “parte del gruppo” o comunque per nascondere la problematica.

dscf2332

Il mito di “Big Jim”, in questo caso, diventa un problema reale e riconosciuta con sintomi e manifestazioni ben evidenti, che richiedono un aiuto ed un sostegno psicologico. La bigoressia, infatti, è un termine coniato relativamente di recente per indicare un disturbo psicologico che rende le persone, per lo più uomini, compulsivamente dipendenti dall’allenamento fisico per sostenere la propria autostima.

Si può guarire dalla bigoressia, anzi SI GUARISCE!

Il primo passo è la consapevolezza, il secondo una psicoterapia adeguata,  il terzo una forte motivazione. Meno tempo intercorre tra l’esordio del problema e la richiesta di cure, maggiore è la riuscita e l’efficacia del trattamento. Bisogna rivolgersi a professionisti e a centri specializzati, senza vergognarsi di aver bisogno d’aiuto. Chi soffre di un disturbo alimentare possiede dentro di sé tutto ciò di cui ha bisogno per guarire: occorre volerlo fortemente, occorre avere grande forza di volontà e molta pazienza.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *